giovedì 21 marzo 2019

Gli amari "nodi" lucani

Questo fine settimana si vota in Basilicata. Centro destra contro centrosinistra e come outsider i cinque stelle che hanno un'unica lista contro le corazzate dei due poli. C'è anche un candidato di sinistra. Ma noi siamo andati a capire, per Rainews24, quelli che sono i temi aperti in quella regione. Infrastrutture, il petrolio e come vengono spese le royalties ma anche le problematiche ambientali che ne derivano. Grandi risorse del sottosuolo che sembrano in contraddizione. Da una parte il petrolio, appunto, e poi riserve idriche che servono non solo la Basilicata ma anche la Puglia. 

domenica 3 marzo 2019

La storia delle Primarie, del Pd e del centrosinistra



Il primo a sottoporsi alle primarie fu Agazio Loiero il 28 novembre del 2004 come candidato presidente della Calabria. Quelle ed altre primarie di quell’anno erano prove generali per arrivare alla prima Nazionale quando l’unione, il 16 ottobre del 2005, portò a votare 4.300.000 elettori per scegliere il proprio candidato alla Presidenza del Consiglio. Vinse Prodi con 3.200.000 voti. Un bagno di popolo del centro-sinistra.

Da quel momento in poi le primarie vengono utilizzate anche per la scelta del segretario del PD. Così Veltroni, il 14 ottobre di due anni dopo, viene eletto da una primaria che porta ai gazebo più di 3 milioni e mezzo di elettori. Vince su Rosy Bindi ed Enrico Letta con 2.700.000 voti.

Il 25 ottobre del 2009 si sceglie invece Bersani. 3.100.000 al voto ed è segretario con 1.600.000 voti. Franceschini si ferma a un milione e Marino a 400.000.

Da statuto dei DEM il segretario è il candidato naturale alla Presidenza del consiglio. Matteo Renzi costringe però Bersani alle primarie. Il 25 novembre del 2012, al voto andarono oltre 3 milioni di elettori di Italia bene comune – né Bersani ne Renzi raggiungono il 50% più uno. Si va al ballottaggio e il 2 dicembre è Bersani a prevalere su Renzi con il 60,9% dei voti.

Siamo all’8 dicembre del 2013. Dopo le dimissioni di Bersani da segretario, alle primarie, Renzi sfida Cuperlo e Civati. Al voto 2.800.000 elettori e l’ex sindaco di Firenze prende il 67,55% dei voti. Matteo Renzi si dimetterà da  segretario dopo la sconfitta del Referendum Costituzionale del 4 dicembre del 2016.

Ad aprile del 2017 si ricandida alla segreteria. Renzi vince le primarie. Votano meno di 2 milioni di elettori ed il calo è sensibile. Il segretario ottiene il secondo mandato con un milione e duecentomila voti a scapito di Andrea Orlando e Michele Emiliano.

Dopo il deludente risultato delle politiche del 2018 si dimette nuovamente il 12 marzo e  la reggenza viene affidata a Maurizio Martina dall’assemblea nazionale del PD.

Il reggente si dimette il 30 ottobre del 2018 e quindi si da il via ai congressi. Domenica sera ci sarà un nuovo segretario ma questo solo se uno dei contendenti raggiungerà il 50% più uno dei voti espressi.

Le parole del Papa, unico seme di una possibile pace

Confido nel Papa. Confido nelle sue parole, nei suoi gesti, spero nella sua diplomazia. Una voce di pace che si alza e prova a contrastare q...