lunedì 28 gennaio 2019

Elezioni comunali: Orvieto come la Kamchatka



Occorre un atto rivoluzionario per questa città che andrà al voto tra qualche mese. Non un salto nel buio ma il coinvolgimento di tutti in un progetto capace di interrompere il giogo a cui questo territorio è stato sottoposto. Non esiste una forza politica, nel contesto regionale, capace di riconsegnare a questa città la propria dignità.

Orvieto è puramente merce di scambio per i partiti politici maggiori, in un Risiko regionale. Sembra davvero il Risiko giocato, e noi contiamo come la Kamchatka che è il territorio da conquistare e utilizzare come risarcimento di interessi più vasti.

Se ti prendi Orvieto mi lasci Foligno anche se ho già Perugia ma poi non ti mettere in testa di nominare il candidato alla presidenza della Regione.

Dove mettiamo i rifiuti? A Orvieto. Ma la città dice basta. Ecchissenefrega.

Nelle liste per le politiche mettiamo un orvietano... ma come quarto o quinto in posizione non eleggibile. Però porta i voti.

Tagliamo i tribunali? Orvieto. Le Asl? Orvieto. Agenzia delle entrate? Orvieto.

Modifichiamo la legge elettorale... ma così il territorio dell'orvietano non elegge nessun consigliere. "Sticazzi"!

Può venire la Sapienza a Orvieto? Siete matti? S'incazza Bistoni A Perugia.

Potenziamo l’ospedale di Orvieto? No, serve solo emergenza e urgenza e magari possiamo chiudere anche qualche reparto.

Noi siamo la Kamchatka del Risiko politico regionale.

Analisi semplice? Non c'è dubbio. Ma vera. E allora che si deve fare? Le difficoltà delle ultime due giunte che si sono succedute - Concina e Germani - sono state frutto di questi compromessi, giocati su tavoli paralleli con regole diverse e senza che la città potesse mettere becco. Poi i sindaci sbraitavano ma, probabilmente tra i loro consiglieri, c’era sempre qualche valvassino che rispondeva a un valvassore (non orvietano) che rimandava a un vassallo che riferiva al Re (nel nostro caso la regina). Noi? Servi della Gleba.

In questa nuova partita di Risiko, che si sta giocando per le prossime elezioni amministrative, sta succedendo la stessa cosa. Si pensa ad un candidato e poi lo si brucia o si pensa di utilizzarlo come arma di scambio, come se fosse un carrarmatino da utilizzare nel consueto tiro dei dadi per recuperare questa o quella posizione. Così, nell’arco di una partita, il candidato diventa ostaggio delle segreterie politiche (non orvietane).

Allora la rivoluzione quale sarebbe?

Faccio esempi diversi, così non mi si accusa di partigianeria. Il Sindaco di Parma, Pizzarotti, vince da solo il secondo mandato contro ogni pronostico in chiave civica. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando manda a quel paese il PD e riconquista la città. Il Sindaco di Terracina, Nicola Procaccini, litiga col centrodestra e vince il secondo mandato a capo di una lista di Fratelli d’Italia e Noi con Salvini (ma la Lega va poi all’opposizione). Il sindaco di Latina Damiano Coletta è stato eletto in una lista civica contro centrodestra e centrosinistra. La rivoluzione è l’omogeneità e la trasversalità inserite all’interno della lista di chi sostiene il candidato, lasciando fuori – per un doveroso bagno di umiltà – chi gioca su tavoli separati.
Per il nostro territorio questa sarebbe una rivoluzione e un recupero di dignità.

Sento già chi dice che in questo modo saremmo isolati perché non ci sarebbero più referenti regionali e provinciali. La risposta è altrettanto semplice. Ma fino ad oggi questi cosiddetti referenti hanno giocato la nostra stessa partita, erano in squadra con noi o giocavano in squadre avversarie?

Io penso che se Germani non avesse avuto lacci e lacciuoli di una maggioranza che gli ha messo non bastoni ma travi nelle ruote, avrebbe forse governato meglio. Non posso dirlo con certezza ma posso sicuramente immaginarlo. Se passi il tempo a difenderti dai “tuoi” il tempo del “governo” si restringe. Spero che l’esperienza di questa consiliatura che si avvia al termine gli abbia fornito elementi utili alle scelte future.

E altrettanto dico a chi emerge dalle cronache politiche come altro candidato civico di non farsi imbrigliare negli stessi meccanismi. Telefonasse a Toni Concina per farsi spiegare le difficoltà che ha incontrato. Un noto adagio recita: meglio soli che male accompagnati.

Quando si presenta una maggioranza il programma è quello del sindaco. E il sindaco, per legge, ha tutto il diritto di nominare la propria squadra di governo e con essa di chiedere fiducia al proprio consiglio comunale. Se diverse liste sostengono un candidato sindaco lo fanno per la condivisione di quel progetto. Non hanno necessità di garanzie legate a presenze in giunta, né tanto meno devono servirsi dei referenti provinciali e regionali per stabilire che cosa è bene per questa città.

Ecco, a me piacerebbe vedere tanti candidati sindaco o sindaca liberi da questi lacci e lacciuoli perché questo serve. Come la Kamchatka siamo stati colonizzati. E allora serve un po’ di AUTODETERMINAZIONE. Anche questo è concetto politicamente trasversale che appartiene tanto alla Rivoluzione Francese, al pensiero Leninista ma anche a Woodrow Wilson.

sabato 26 gennaio 2019

Il presidio a Castelnuovo di Porto


Di fronte al Cara di Castelnuovo di Porto, luogo degli sgomberi, il presidio continua con associazioni, cittadini comuni, organizzazioni legate all'accoglienza dei migranti. Un'Italia diversa da quella dei respingimenti e da quella che ha voluto, approvato e che sostiene il Decreto Sicurezza. Oggi anche una banda dopo che nei giorni scorsi la deputata Rossella Muroni ha provato a fermare un autobus per chiedere chiarezza sui trasferimenti dei migranti. Sono politiche che fanno discutere, che dividono il Paese e che vengono comunque utilizzate a fini elettoralistici da chi, da sempre, ha fatto della campagna contro i migranti un proprio cavallo di battaglia. Oggi lì sono risuonate anche le note di Bella Ciao.

venerdì 25 gennaio 2019

ELEZIONI COMUNALI: ORVIETO E’ COME LA KAMCHATKA



Occorre un atto rivoluzionario per questa città che andrà al voto tra qualche mese. Non un salto nel buio ma il coinvolgimento di tutti in un progetto capace di interrompere il giogo a cui questo territorio è stato sottoposto. Non esiste una forza politica, nel contesto regionale, capace di riconsegnare a questa città la propria dignità.

Orvieto è puramente merce di scambio per i partiti politici maggiori, in un Risiko regionale. Sembra davvero il Risiko giocato, e noi contiamo come la Kamchatka che è il territorio da conquistare e utilizzare come risarcimento di interessi più vasti.

Se ti prendi Orvieto mi lasci Foligno anche se ho già Perugia ma poi non ti mettere in testa di nominare il candidato alla presidenza della Regione. 
Dove mettiamo i rifiuti? A Orvieto. Ma la città dice basta. Ecchissenefrega. 
Nelle liste per le politiche mettiamo un orvietano... ma come quarto o quinto in posizione non eleggibile. Però porta i voti. 
Tagliamo i tribunali? Orvieto. Le Asl? Orvieto. Agenzia delle entrate? Orvieto. 
 Modifichiamo la legge elettorale... ma così il territorio dell'orvietano non elegge nessun consigliere. "Sticazzi"! 
Può venire la Sapienza a Orvieto? Siete matti? S'incazza Bistoni A Perugia.  
Potenziamo l’ospedale di Orvieto? No, serve solo emergenza e urgenza e magari possiamo chiudere anche qualche reparto. 
Noi siamo la Kamchatka del Risiko politico regionale. 

Analisi semplice? Non c'è dubbio. Ma vera. E allora che si deve fare? Le difficoltà delle ultime due giunte che si sono succedute - Concina e Germani - sono state frutto di questi compromessi, giocati su tavoli paralleli con regole diverse e senza che la città potesse mettere becco. Poi i sindaci sbraitavano ma, probabilmente tra i loro consiglieri, c’era sempre qualche valvassino che rispondeva a un valvassore (non orvietano) che rimandava a un vassallo che riferiva al Re (nel nostro caso la regina). Noi? Servi della Gleba.

In questa nuova partita di Risiko, che si sta giocando per le prossime elezioni amministrative, sta succedendo la stessa cosa. Si pensa ad un candidato e poi lo si brucia o si pensa di utilizzarlo come arma di scambio, come se fosse un carrarmatino da utilizzare nel consueto tiro dei dadi per recuperare questa o quella posizione. Così, nell’arco di una partita, il candidato diventa ostaggio delle segreterie politiche (non orvietane).

Allora la rivoluzione quale sarebbe?

Faccio esempi diversi, così non mi si accusa di partigianeria. Il Sindaco di Parma, Pizzarotti, vince da solo il secondo mandato contro ogni pronostico in chiave civica. Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando manda a quel paese il PD e riconquista la città. Il Sindaco di Terracina, Nicola Procaccini, litiga col centrodestra e vince il secondo mandato a capo di una lista di Fratelli d’Italia e Noi con Salvini (ma la Lega va poi all’opposizione). Il sindaco di Latina Damiano Coletta è stato eletto in una lista civica contro centrodestra e centrosinistra. La rivoluzione è l’omogeneità e la trasversalità inserite all’interno della lista di chi sostiene il candidato, lasciando fuori – per un doveroso bagno di umiltà – chi gioca su tavoli separati.

Per il nostro territorio questa sarebbe una rivoluzione e un recupero di dignità.

Sento già chi dice che in questo modo saremmo isolati perché non ci sarebbero più referenti regionali e provinciali. La risposta è altrettanto semplice. Ma fino ad oggi questi cosiddetti referenti hanno giocato la nostra stessa partita, erano in squadra con noi o giocavano in squadre avversarie?
Io penso che se Germani non avesse avuto lacci e lacciuoli di una maggioranza che gli ha messo non bastoni ma travi nelle ruote, avrebbe forse governato meglio. Non posso dirlo con certezza ma posso sicuramente immaginarlo. Se passi il tempo a difenderti dai “tuoi” il tempo del “governo” si restringe. Spero che l’esperienza di questa consiliatura che si avvia al termine gli abbia fornito elementi utili alle scelte future.

E altrettanto dico a chi emerge dalle cronache politiche come altro candidato civico di non farsi imbrigliare negli stessi meccanismi. Telefonasse a Toni Concina per farsi spiegare le difficoltà che ha incontrato. Un noto adagio recita: meglio soli che male accompagnati.

Quando si presenta una maggioranza il programma è quello del sindaco. E il sindaco, per legge, ha tutto il diritto di nominare la propria squadra di governo e con essa di chiedere fiducia al proprio consiglio comunale. Se diverse liste sostengono un candidato sindaco lo fanno per la condivisione di quel progetto. Non hanno necessità di garanzie legate a presenze in giunta, né tanto meno devono servirsi dei referenti provinciali e regionali per stabilire che cosa è bene per questa città.

Ecco, a me piacerebbe vedere tanti candidati sindaco o sindaca liberi da questi lacci e lacciuoli perché questo serve. Come la Kamchatka siamo stati colonizzati. E allora serve un po’ di AUTODETERMINAZIONE. Anche questo è concetto politicamente trasversale che appartiene tanto alla Rivoluzione Francese, al pensiero Leninista ma anche a Woodrow Wilson.

Orvietani, conquistati, vilipesi e saccheggiati




Possibile che non si comprenda il vero problema, ovvero che siamo isolati? La Regione ha sacrificato questo territorio perché la Cecchini pensa a sé stessa e la Marini al suo futuro e quindi non possono perdere voti nei territori dove riscuotono maggior consenso. Quindi Orvieto è stata tradita dal centrosinistra regionale.

La Lega a Terni preferisce andare a prendere il pulper da cartiera in Sicilia per farlo bruciare nonostante l'inquinamento prodotto sia identico al secco di discarica “pero... non sia mai, perché è difficile spiegarlo, perché i cittadini non capiscono. Quindi che gli frega a loro se in discarica a Orvieto entra anche il secco. Mica è casa loro. Così anche la Lega ha venduto Orvieto e noi mettiamo in discarica il loro secco e il resto. Orvieto è stata tradita dalla Lega che governa Terni. Perugia, che significa in questo caso Forza Italia, pensa a sè stessa e l'unica cosa che siamo riusciti a fare, importante però, è quella di dire - per ora - no ai loro rifiuti. Ma appena ci indeboliamo un poco tu vedrai che faranno. Orvieto sarà tradita dal centrodestra che governa Perugia. 

E i cinque stelle in Regione dove stavano quando si è votata la mozione che diceva no all'ampliamento della discarica. Hanno forse deciso di difendere Orvieto? No, disertano la seduta. Nemmeno il coraggio dell'astensione. Anche i cinque stelle hanno tradito Orvieto. Perché dico questo? Perché un territorio che si ama, degli abitanti che amano questo territorio e una classe politica che almeno possa in qualche modo ragionare un po' come quelle classi dirigenti locali che c'erano nel dopoguerra, non si dividerebbe a casa propria. Non nascondo che le amministrazioni comunali di Orvieto, tutte, abbiano avuto delle responsabilità. Ma in questa fase attenzione a dividerci tra di noi, attenzione a fare una guerra a casa nostra. 

Il tema non è pro o contro Germani e le schermaglie elettorali. Il problema vero è che chiunque fosse stato, sia o sarà al posto suo avrà tutti contro. Amici o nemici “politici”. Per questo ritengo che il problema non stia sulla Rupe ma fuori dalla Rupe, a livello politico. Davvero pensiamo che il rapporto tra Orvieto magari anche governata da centrodestra ed una Regione governata da un centrodestra sia diverso da quello attuale? Io non ci credo. Prova ne sia che anche la scelta di un candidato unitario del centrodestra passa per veti e contro-veti che non dimorano da queste parti. Orvieto è sacrificabile perché non conta nulla nel panorama regionale, non conta nulla perché è stata svuotata. Ed è questa la vera colpa politica di chi ha amministrato questa città negli ultimi venti anni. Essersi fatti isolare, aver perso servizi, ruoli, capacità di influenza e quindi peso politico. Ma non sono uno di quelli che va a cercare le responsabilità solo nelle classi politiche. 

Ma gli imprenditori agricoli del territorio, per esempio, che hanno fatto e fanno per difendere le loro eccellenze dai rischi provenienti dalla discarica e dal Paglia? Perché hanno parlato poco e male? Di che cosa hanno paura? Ma si rendono conto che c’è chi sta mettendo a rischio il loro futuro e quello di un’intera economia? Ma gli albergatori, i ristoratori, i commercianti che cosa fanno? Sembrano inconsapevoli della spada di Damocle che hanno sul loro capo. 

E noi cittadini che cosa facciamo o che cosa abbiamo fatto? Poco. Mi ci metto io per primo. Sempre ponto ad esprimere un parere, un giudizio, senza impegnarmi direttamente, potrebbe dire qualcuno. Penso però che il contributo possa essere anche di idee e non solo nella gestione della cosa pubblica. Contributo è scrivere, pubblicamente, contestando quel che vedo. Ed è il mio lavoro, tra l’altro. E anche quello dell’indignazione come ho già detto un po’ di tempo fa, può essere un contributo. 

Ma questa città, purtroppo, non si indigna più. E’ una città alta e strana… pentole borbottanti al cospetto dei conoscenti ma un po’ troppo sudditi di fronte ai potenti. Una città di etruschi. E come loro stiamo facendo la stessa fine. Conquistati, vilipesi e saccheggiati.

giovedì 24 gennaio 2019

Da Halifax (Canada) a Orvieto (Italia) storie di migranti


Ad Halifax, in Canada il museo dell'immigrazione e la storia dei migranti italiani che dopo la guerra andavano là a cercare lavoro. Dalla loro storia passiamo a raccontare quella di Frank Giustra, figlio di immigrati italiani di seconda generazione che in Italia sceglie di allargare il proprio business. Ma lui, Frank Giustra è anche membro della Clinton Foundation e un filantropo che investe il 50% dei suoi ricavi dalle proprie imprese minerarie in aiuti per la lotta contro la povertà. Un bel racconto fatto per Rainews24

L'Abruzzo al voto il 10 febbraio



Stefano Faljani - CasaPound  Giovanni Legnini - Partito Democratico, Articolo 1-MDP, Legnini Presidente, +Abruzzo, Abruzzo in Comune, Democratici e Popolari per l’Abruzzo e Avanti Abruzzo  Sara Marcozzi - Movimento 5 Stelle

Marco Marsilio - Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega.

Questi i candidati alle prossime elezioni regionali abruzzesi. Siamo andati a fare il punto in occasione di una visita di Luigi Di Maio e all'ultimo consiglio regionale prima del voto.

Alle ultime elezioni regionali Luciano D’Alfonso era riuscito a riportare il centrosinistra alla guida della Regione, stracciando con il 46,26% dei voti il governatore uscente di centrodestra Giovanni Chiodi che si è fermato al 29,26%, mentre il Movimento 5 Stelle ottenne il 21,41% con Sara Marcozzi come candidata.

BONIFICA SOVRANISTA



La storia dell'Agropontino è una storia che nasce e vive a destra. Dai lavori di bonifica del periodo fascista che portarono alla nascita di Littoria ed altre città, quel territorio si conferma come una realtà in cui le destre hanno avuto sempre molto consenso elettorale. Oggi cosa succede, come è il clima in quel territorio. Latina è guidata da una giunta civica ed un sindaco che partecipa al movimento dei sindaci con Pizzarotti. La destra ha una Lega in forte crescita di consensi e Fratelli d'Italia che elegge consiglieri e sindaci. A poca distanza da Terracina, ma in provincia di Frosinone, un'Abbazia che sta diventando la scuola europea dei sovranisti che vedrà la presenza di Steve Bannon. In un reportage su Rainews24 abbiamo raccontato quel territorio. Con un inserto di Agorà e documenti d'epoca.

In Sicilia hanno detto subito sì al gialloverde



Dalla Sicilia, che tanti voti ha dato ai cinque stelle, arrivo presto il si ad un governo Salvini Di Maio. Non solo d'accordo il partito qui guidato dal capogruppo Giancarlo Cancelleri, ma anche i cittadini. Qualche scetticismo, ma nulla di più

Totò poeta





Un libro di poesie di Antonio De Curtis, prese nel museo che è casa sua, quelle che la nipote definisce “Le frattaglie di casa”. Non solo la livella, tra le poesie, o Malafemmena, tra le canzoni. 50 canzoni e 72 poesie, un’opera omnia in cui emerge l’uomo De Curtis, quello che stava sotto la maschera ironica, il guitto, il principe della risata. Ne abbiamo parlato con Elena Anticoli De Curtis - Autrice e nipote del Principe. Il libro è pubblicato da Colonnese, la storica casa editrice napoletana utilizzata anche da Totò e il coraggio dell'editore è rappresentato da Francesca Mazzei.

Ad aiutare Elena, la nipote, nel lavoro di pubblicazione che ha al proprio interno anche la possibilità di ascoltare la voce di Totò in alcune delle sue letture, Virginia Falconetti. Tutto su Rainews24 oggi nei Tg.

NAPOLI, LA SINISTRA IN CERCA D'AUTORE


E’ un viaggio cadenzato e con ritmo che parte dal sondaggio politico elettorale sulla vendita delle statuette dei politici a San Gregorio Armeno, passa per l’intervista alla nipote di Totò che racconta come il padre viveva il cambiamento frutto del progresso a Napoli e l’ascesa di sempre più caporali e meno uomini. Alla presentazione del libro su Antonio De Curtis c'era anche Antonio Bassolino che spiega il suo punto di vista sulla crisi del Pd.

In esterna andiamo davanti a Pomigliano d’Arco FCA auto. Aspettiamo l'uscita degli operai del secondo turno e parliamo con loro. Cosa votano, come va la fabbrica, quali rapporti con lega e cinque stelle. La sinistra dove è finita? Rientriamo a Napoli e andiamo alla presentazione dei presepi del seicento voluta dal Cardinale Crescenzio Sepe. Lì lo sentiamo su Napoli, sulle politiche di integrazione ed accoglienza. Accoglienza, parola cardine del Natale.
Alla presentazione arriva De Magistris. Quale futuro a sinistra, quale rapporto con i movimenti? Che rapporti col Pd.
Cambio scena e si va al centro sociale Je so’ pazzo, luogo di nascita di Potere al Popolo. Come sono organizzati, quali rapporti con il quartiere, quali servizi e poi breve intervista alla leader di Potere al Popolo nazionale, Viola Carofalo sulla loro esperienza che in parte somiglia a quelle di Podemos e Syriza..

Le parole del Papa, unico seme di una possibile pace

Confido nel Papa. Confido nelle sue parole, nei suoi gesti, spero nella sua diplomazia. Una voce di pace che si alza e prova a contrastare q...