martedì 10 luglio 2012

Alla ricerca dell'accordo sulla riforma elettorale

Una testa un voto?
Torniamo sull'argomento della riforma elettorale. Ieri avevamo detto che sarebbe stato il vero ostacolo per questa legislatura. Un po' meno, così sembra, della nomina del Cda della Rai. Facciamo qui una parentesi: oggi anna Maria Tarantola, proposta da Monti, è stata accettata a maggioranza dal cda della Rai come Presidente. Un solo voto di astensione, quello del fedelissimo e berlusconissimo Verro. Ora, con il passaggio che ci sarà giovedì in Commissione di Vigilanza (occorreranno i 2/3 dei voti dei commissari) la nomina sarà ratificata e quindi definitiva. E la Vigilanza dovrà anche ratificare la proposta del Direttore Generale: Luigi Gubitosi. Questo quel che accade al settimo piano di Viale Mazzini. Almeno per ora.
Tornando alla riforma elettorale non c'è accordo. E, per assurdo, la posizione più attaccabile da parte degli elettori guardando superficialmente le cose, è quella del Pd.
Collegi uninominali per l'eklezione dei parlamentari. Questo significa che, se non ci saranno primarie di collegio, i candidati del Pd nei diversi collegi verranno scelti direttamente dalle segreterie dei partiti. Mentre il Pdl continua a puntare al semipresidenzialismo, si nasconde dietro la necessità della preferenza. Non perchè vi sia convinzione, parliamoci chiaro tra di noi. E' una questione di opportunità, sapendo che quello è il desiderata degli elettori. Ma ben comprendendo che il punto di caduta di una riforma non più rinviabile sarà diverso. Sulla preferenza insiste anche l'Udc. E proprio sulla questione preferenze un ragionamento àè bene farlo. E' giusto che gli elettori scelgano i propri eletti. E' giusto che possano esprimere il loro giudizio. Ma da questo punto di vista è bene decidere subito che non si può tornare al vecchio meccanismo in cui si potevano esprimere più nomi. Quando venne cancellato la ragione fondamentale era che si evitasse il controllo delle scelte degli elettori, controllando il loro voto grazie all'indicazione delle preferenze che potevano esprimere. Una strategia cara alle mafie. Quindi,s e preferenza ci sarà, che sia unica. Poi, se ragioniamo con oggettività, non è vero che il Pd non vuole le preferenze. La proposta del Pd è quella dei collegi unici uninominali. I diversi candidati, uno per ciascuna forza politica, si scontrano all'interno dei diversi collegi. E vince chi prende più voti. Il tema è: chi sceglie i candidati del collegio? Ed allora io lancio la provocazione: sono un sostenitore delle primarie. Se ogni partito darà la possibilità ai propri iscritti e simpatizzanti di realizzare delle primarie per scegliere il proprio candidato, potrebbe essere questo il meccanismo per una grande partecipazione alla vita politica del paese e per riavvicinare i cittadini alla politica. Ma ci vuole coraggio e scelta? Saranno candidati di partito o candidati di coalizione? Perchè la cosa cambia. E il Pd lo sa molto bene.

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