martedì 3 luglio 2012

Più che altro c'è il rischio di spending rewind!

Il presidente del Consiglio Mario Monti
Non ci sono cifre, non c'è chiarezza ma solo propositi. Ed è per questo che, detto in pochissime righe, poichè sto seguendo la vicenda, il rischio vero per lo spending review è che si trasformi in uno spending rewind. Insomma, come mandare indietro il nastro e ripercorrere la storia già vista degli ultimi tagli effettuati dai governi precedenti e anche da questo. Non saranno tagli orizzontali? Questo quel che chiedono, giustamente, i sindacati. Perchè altrimenti che cosa ci sarebbe di nuovo rispetto al passato? Tagli indiscriminati senza andare a comprendere come, anche nella pubblica amministrazione, sia possibile effettuare risparmi agendo direttamente sugli sprechi e non sulla riduzione dei servizi ai cittadini. Di fronte ad una recessione la cui durata non sembra ancora possibile definire. Così, come racconta un giornale che non è certo l'organo del Comintern (il sole 24 ore), i tagli saranno così pensati. Ma sono generici e non si entra nello specifico


Sei interventi di razionalizzazione della spesa per ottenere le risorse (più di 4,2 miliardi) necessarie a scongiurare l'aumento dell'Iva in autunno. È questo il piano che il presidente del Consiglio Mario Monti ha illustrato oggi a enti locali e parti sociali. L'operazione spending review, ha spiegato Monti, sarà divisa in tre fasi. La prima avviata la scorsa settimana con i tagli alla presidenza del Consiglio e al Tesoro, la seconda con un decreto legge già probabilmente venerdì, la terza con un nuovo decreto per la riorganizzazione delle amministrazioni periferiche. Qui di seguito i settori sotto la lente e gli interventi previsti:

1) Acquisti di beni e servizi da parte della Pa
Per la messa a punto della spending review sono stati analizzati 60 miliardi di spesa per beni e servizi. Su questa spesa il risparmio possibile si aggirerebbe tra il 20 e il 60 per cento
2) Sanità
L'obiettivo è risparmiare 1,08 miliardi quest'anno. In particolare, il Governo prevede di ottenere 600 milioni dalla riorganizzazione dell'acquisto di beni e servizi, 350 dovrebbero arrivare dagli sconti a farmacisti e industrie farmaceutiche e 135 milioni scaturirebbero dal contenimento delle spese per cure specialistiche e case di cura

3) Pubblico impiego
Il piano di spending review del Governo Monti prevede un taglio del 20% degli organici dei dirigenti e del 10% di quelli dei dipendenti della Pubblica ammnistrazione. Viene presa in considerazione anche una stretta del 20% sulle consulenze. La riduzione degli organici del pubblico impiego avverrà dopo la verifica delle piante organiche: solo dopo sarà possibile selezionare e modulare l'intervento di riduzione attraverso la mobilità di due anni.


4) Province
L'operazione di razionalizzazione della spesa pubblica dovrebbe contemplare anche la riduzione delle Province: quelle tagliate sarebbero 42 su 107. C'è però un'ipotesi B: cancellazione di una sessantina di Province, con le dieci città metropolitane che - in questa opzione - verrebbero inglobate dalle Regioni a statuto speciale


5) Società per azioni pubbliche
Sotto la lente della spending review dovrebbero rientrare anche le società di cui lo Stato detiene l'intero capitale. Il piano prevede la riduzione a tre membri per i consigli di amministrazione delle società non quotate. È previsto il taglio di circa il 30% delle poltrone


6) Auto blu
La stretta dovrebbe riguardare anche le auto blu, già sotto il monitoraggio del ministero della Funzione pubblica: dvrebbe arrivare un'ulteriore riduzione del 20%: Per i prossimi tre anni scatterebbe il blocco degli affitti pagati dagli uffici pubblici

Insomma, siamo ancora al condizionale. Mentre Cgil, Cisl e Uil si dicono pronti ad uno sciopero generale

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